Il cambiamento climatico
e l'impatto dell'uomo sul pianeta
L’evoluzione dell’interesse dell’uomo riguardo i cambiamenti climatici
Il primo scienziato a dimostrare il legame che esiste tra l’aumento della concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e l’aumento della temperatura al suolo fu il chimico e fisico svedese Svante Arrhenius nel 1896. Dopo qualche anno pubblicò anche delle previsioni grazie alle quali evidenziò che l’intensificarsi dell’attività industriale dell’uomo avrebbe aumentato l’effetto serra e quindi avrebbe causato l’accentuarsi del riscaldamento globale.
Tutto corretto, se non che, secondo i suoi calcoli, le attività umane avrebbero impiegato alcuni secoli prima di influenzare sensibilmente la situazione climatica globale. Purtroppo oggi sappiamo che non è stato così.
Prima di continuare è importante fare chiarezza su una questione importante. L’EFFETTO SERRA, DI PER SÉ, È UNA COSA POSITIVA PER L’UOMO. Senza l’effetto serra la Terra non si sarebbe potuta popolare di tutte le specie animali e vegetali che la popolano oggi, uomo compreso. Le temperature infatti sarebbero troppo basse per permettere la vita come la conosciamo noi oggi.
Il problema è che la società moderna, con i suoi modelli di consumo insostenibili a livello ambientale (oltre che sociale a volte..ma questo è un altro discorso..), sta rompendo quell’equilibrio naturale che ha regnato sul pianeta fino a 200 anni fa.
Comunque, soltanto verso la fine del ‘900 (quindi quasi un secolo più tardi rispetto alle pubblicazioni di Arrhenius) il tema del riscaldamento globale iniziò ad essere trattato più diffusamente. Oltretutto, queste attenzioni, piuttosto che una vera e propria presa di coscienza, sono da considerarsi una conseguenza del periodo di crisi petrolifera che colpì i paesi industrializzati negli anni ’70.
In questi anni nascono i primi trattati internazionali e i primi accordi volontari tra nazioni provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo comune (che si tenta di perseguire tutt’oggi) è quello di combattere il cambiamento climatico, affrontare le conseguenze già in atto e indirizzare l’economia globale verso uno sviluppo sostenibile.
Attualmente l’interesse mediatico per la lotta al cambiamento climatico è abbastanza diffuso e le tecniche di marketing stanno sfruttando molto questa crescente attenzione, anche se in modo non del tutto genuino a volte.
L’opinione pubblica però non sembra ancora convinta della NECESSITÀ URGENTE DI UN CAMBIO DI ABITUDINI NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI e i governi non agiscono in maniera adeguata per affrontare in modo coordinato a livello globale il cambiamento climatico.
Belle le parole pronunciate durante l’intervento di Paolo Giordano alla puntata di Propaganda Live del 27 gennaio 2023. Di seguito proveremo a riassumerle, ma se siete interessati potete vedere la puntata completa cliccando sull’immagine sottostante. (Intervento di Paolo Giordano ai minuti 35.00-50.00)
Ci sono due grandi problemi nel raccontare l’emergenza climatica e nel sensibilizzare l’opinione pubblica a questo riguardo. Il primo è che la figura dello scienziato è spesso percepita come slegata dalla realtà e questo crea uno stacco netto tra la scienza e la comunicazione. Il secondo è che la tematica ambientale è complessa, apparentemente contraddittoria, noiosa, lenta, senza azione e senza tragedia se non eventuale.
È insomma un tema difficile da racchiudere in immagini univoche ed accattivanti, che riescano a raccontare bene tutta la questione. Per questo quando è arrivata Greta Thunberg tutta la narrazione si è appoggiata a lei. Una ragazzina così iconica, così reale. L’eroina di cui c’era bisogno.
Ora però c’è bisogno di altro. L’informazione si deve evolvere, perché è urgente un’azione massiccia da parte dell’opinione pubblica, che deve riuscire a SPINGERE LA POLITICA AD ESSERE PIÙ ATTIVA, PIÙ VELOCE, PIÙ COOPERATIVA. Ora è tutta una questione di tempo.
C’è della confusione? Si. C’è ancora molta strada da percorrere? Si. Le sole azioni individuali possono ribaltare la situazione? No. Però non ci si deve abbattere, si deve continuare. Ogni giorno si farà meglio del giorno prima.
La direzione verso cui ci si sta dirigendo è buona. Il concetto di sostenibilità – per quanto ingenuo, utilizzato in modo non totalmente corretto e non compreso appieno – comincia a entrare nel vocabolario comune. I singoli consumatori e i singoli cittadini si stanno educando alla sostenibilità ambientale e nonostante questo processo sia estremamente lungo e lento, almeno è in corso.
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